1935
Gli inizi
Il bisnonno Terzilio acquista il podere per sfruttarne gli 8 ettari di oliveto e trasferirvi la già florida attività di frantoio che svolgeva da oltre 30 anni in Piombino. L'intera famiglia composta di nonni figli e nipoti si trasferì nella casa padronale. Negli anni immediatamente successivi all'acquisto tutto si svolse nel migliore dei modi: una grande famiglia vive in armonia godendo dei frutti della terra e del rendimento di uno dei migliori e più conosciuti frantoi della zona.
1940-45
Il periodo di guerra
Con l'inizio della guerra le cose cambiarono improvvisamente. I tedeschi presero possesso della zona facendo del podere il loro quartier generale. A quel tempo era già nostro nonno, Emilio, che teneva le fila dell'azienda di famiglia. Di ritorno dalla Campagna d'Africa per l'improvvisa morte del padre, si era infatti trasferito presso i suoceri a Santa Caterina così da provvedere al sostentamento di tutti i congiunti. Quando i tedeschi si stabilirono al podere, occupando tutti i piani inferiori, il frantoio, le stalle e la colonica nostro nonno riuscì a condurre uno strabiliante doppio gioco che gli permise sia di guadagnarsi il rispetto dei militari, ottenendo protezione e viveri per la propria famiglia, sia di nascondere in stanze a loro sconosciute alcuni perseguitati che tentavano di organizzare una fuga lontano dalle angherie della guerra.
1946-69
Il dopoguerra
Con la fine del conflitto nella proprietà si tornò a respirare aria di libertà e fu probabilmente per cancellare l'atmosfera dei momenti bui degli anni passati che il nonno si decise a rinnovare l'intero fabbricato convertendo ad abitazione il vecchio frantoio e lasciando a disposizione dei contadini la cantina e le stalle degli animali che già cominciavano ad ospitare gli attrezzi meccanici e a motore. Ma l'esperienza della guerra aveva comunque lasciato il segno e chi l'aveva vissuta come nostro nonno, tra sotterfugi e amarezze, ha preferito continuare a vivere altrove.
1970
La nuova vita del podere
Di questa grande struttura di oltre 300 metri quadri è stato sfruttato per lungo tempo solo lo stretto indispensabile a mantenere in piedi l'attività di raccolta delle olive e dell'uva ed è stato solo alla fine degli anni settanta che il secondogenito Stefano si decise a trasferirsi al podere tornando a dare nuova vita a quelle stanze ormai abbandonate. Una prima ristrutturazione avvenne già nel 1980, ne seguì una seconda nei primi anni novanta, ma ben presto si accorse che un luogo del genere meritava ben altre attenzioni. La decisione di convertire parte della struttura a ricettivo turistico risponde al desiderio di non abbandonare a sè stesso un luogo antico che nella sua tradizione ha saputo dare conforto a decine di uomini e donne bisognosi di un riparo, cibo o protezione.
2008
Nasce la Casa Vacanze Dolce Vita
Stefano e la sua famiglia, la sorella Rina ed i figli Valentina e Matteo aprono le porte della Casa Vacanze la Dolce Vita.